Weekend sul Lago di Como





Como e Lecco, da sempre, sono acerrime nemiche: una si trova sul ramo orientale del lago, mentre l'altra capeggia la parte meridionale; una è sicuramente più nota all'estero, l'altra, invece, è molto apprezzata anche da chi vive in Lombardia.
Eppure, entrambe hanno un gioiello in comune: il Lario, noto soprattutto come il Lago di Como.
Il Lario regala splendidi scenari e viste mozzafiato...e allora perché non organizzare un bel weekend sul Lago di Como?

Ecco alcune idee per trascorrere 3 giorni da sogno!

1°GIORNO: COMO DA VEDERE

Como, una splendida cittadina che si affaccia sul lago, offre paesaggi davvero suggestivi che restano impressi nel cuore (oltre che nello sguardo di chi guarda). Il centro non è particolarmente grande e può essere visitato comodamente in una giornata.

Duomo di Como
Alcune tappe sono obbligate...per esempio il Duomo di Como.
La costruzione della Cattedrale di Como, iniziata nel 1396, vede la sua fine con il completamento della cupola realizzata nel 1770 dal Filippo Juvarra; la cattedrale, inoltre, è il duomo più grande della Lombardia, dopo quello di Milano.
Il Duomo di Como è un crogiolo di stili diversi che vede l'incontro tra tardogotico e barocco per un'architettura complessa e meravigliosa: assolutamente da non perdere!




Tempio Voltiano
Dal Duomo di Como si può procedere verso il Tempio Voltiano che dista solo 10 minuti a piedi dalla cattedrale.
Il Tempio Voltiano è un museo scientifico dedicato alla memoria di Alessandro Volta, come il nome stesso suggerisce. La struttura, che si affaccia direttamente sul lago di Como, è caratterizzata da uno stile neoclassico con un esplicito richiamo allo stile palladiano, dato che l'edificio presenta la forma di un vero e proprio tempio greco.
Il Tempio Voltiano venne progettato dall'architetto comasco Federico Frigerio su commissione di Francesco Somaini, e venne inaugurato nel 1928 con lo scopo di conservare e dare valore ai cimeli voltiani, tra cui strumenti scientifici e oggetti legati alla quotidianità del fisico comasco.




Funicolare Como-Brunate
E per concludere la giornata in bellezza, non perderti il giro sulla deliziosa funicolare, costruita nel 1894, che collega Como a Brunate.
Il tragitto dura poco meno di 10 minuti, ma una volta raggiunta Brunate, potrai godere di un panorama che ti lascerà senza fiato, soprattutto al tramonto!

Vista su Como da Brunate


2° GIORNO: LECCO, TRA STORIA E LETTERATURA

Il secondo giorno del nostro weekend sul Lario è dedicato alla sorella di Como: Lecco, diventata nota grazie anche alle dettagliate descrizioni contenute ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Chiunque visiti Lecco non può, quindi, perdere l'occasione di ripercorrere tutte le tappe che hanno contrassegnato le vicende dei due sfortunati innamorati.
Cominciamo subito ad addentrarci nell'itinerario manzoniano.

Villa Manzoni
Villa Manzoni appartenne alla famiglia dello scrittore milanese per ben due secoli ed è proprio dagli splendidi paesaggi circostanti l'abitazione che Alessandro prese ispirazione per il suo romanzo.
All'interno della villa è stato allestito il Museo Manzoniano dove si possono ammirare manoscritti, prime edizioni, dipinti e cimeli legati al Manzoni.





Vallo delle Mura e Torre Viscontea
In soli 15 minuti a piedi da Villa Manzoni, è possibile raggiungere il Vallo delle Mura e la Torre Viscontea che costituiscono la seconda tappa dell'itinerario manzoniano.
La Torre Viscontea (o Torre Medievale) faceva parte dell'antica fortezza del castello che proteggeva il borgo di Lecco durante il Medioevo, costruito per volere della famiglia Visconti nel XIV secolo, ed è l'unica componente ancora integra, insieme a una piccola porzione di cinta muraria, denominata il Vallo delle Mura.


Vallo delle Mura


Il castello venne citato da Manzoni nel I capitolo de I Promessi Sposi:

“Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese.”

Il castello venne abbattuto nel 1782 per volere di Giuseppe II, imperatore d'Austria al fine di eliminare la piazzaforte militare di Lecco. La Torre Viscontea, dopo varie vicissitudini, venne affidata al comune di Lecco e trasformata nel museo storico della città; oggi ospita mostre temporanee e il Museo della Montagna.


Torre Viscontea (Fonte  dell'immagine: Wikipedia)


Monumento ad Alessandro Manzoni
Proseguendo verso Piazza Manzoni, troveremo la scultura in bronzo dedicata ad Alessandro Manzoni.
Il monumento venne realizzato nel 1891 dallo scultore Francesco Confalonieri il quale decise di ritrarre lo scrittore seduto in atto meditativo.
Durante l'inaugurazione dell'opera statutaria, partecipò anche il poeta Giosuè Carducci con il suo celebre "Discorso di Lecco su Alessandro Manzoni".





Ponte Azzone Visconti
Il Ponte Azzone Visconti, detto anche Ponte Vecchio, è una delle opere architettoniche più interessanti di Lecco, poiché rappresenta una delle poche testimonianze di architettura militare dell'epoca rinascimentale.
Il Ponte Vecchio venne realizzato nel 1338 e inizialmente era dotato di otto arcate, due torri e un ponte levatoio: esso, infatti, collegava Lecco al Ducato di Milano; il ponte, inoltre, era fortificato e presidiato da una vera e propria guarnigione.

Il Ponte Azzone Visconti venne citato da Alessandro Manzoni nell'incipit de "I Promessi Sposi":

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni."






Casa di Lucia
E nel nostro itinerario manzoniano non poteva mancare la Casa di Lucia, anzi, le Case di Lucia: ebbene si, ben due case si contendono il titolo!
La presunta casa di Lucia, quella che gli storici ritengono essere la più attendibile, è sita in via Lucia nel rione di Olate ed è una residenza privata, quindi non è visitabile all'interno, ma vale comunque la pena farci una piccola sosta: sulla facciata soprastante il portone d'ingresso è possibile ammirare un affresco del cinquecento che ritrae l'Annunciazione. Si tratta di un edificio semplice e rustico, dotato di un cortile interno con un ballatoio ("Dominate da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversandolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fendo, anzi un po' fuori. Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino").

I Promessi Sposi

I Promessi Sposi



Il secondo edificio a contendersi il titolo di Casa di Lucia si trova nel rione di Acquate ed è considerata la tradizionale Casa di Lucia. Si tratta di una piccola struttura che si trova nelle vicinanze della chiesa di Don Abbondio di Acquate.
La Tradizionale Casa di Lucia è un'osteria e costituisce la soluzione ideale per una pausa piacevole e gustosa.

Chiesa SS Vitale e Valeria (o Chiesa di Don Abbondio)
Sempre nel rione di Olate, a soli 50 metri dalla Presunta Casa di Lucia, vi è la Chiesa di SS Vitale e Valeria, nota anche come la Chiesa di Don Abbondio poiché è proprio qui che Don Abbondio sposò Renzo e Lucia.
L'unica componente originale della chiesa è il campanile: quest'ultimo elemento risale al quattrocento, mentre la navata subì dei lavori di ricostruzione nel 1765 e venne ulteriormente rimaneggiata nel 1934. In questo modo, si è venuta a creare una commistione di stili diversi.

Castello dell'Innominato- Vercurago
Per l'ultima tappa del tour manzoniano bisogna uscire da Lecco e dirigersi verso Vercurago.
Il Castello di Somasca, conosciuto anche come Castello dell'Innominato, è una fortificazione del XIV secolo situata tra i comuni di Lecco e Vercurago.
Il castello, per la precisione, è situato a Somasca e sorge su uno sperone di roccia calcarea a 420 metri di altitudine.
Attualmente il castello non è del tutto intatto: gli unici elementi che sono riusciti a sconfiggere i segni del tempo sono il muro perimetrale, alcune torri e una parte di bastioni difensivi.
Secondo la tradizione, il Castello di Somasca fu una delle residenze di Bernardino Visconti, nobile milanese a cui Manzoni si ispirò per la creazione del personaggio più affascinante del suo romanzo.

Per raggiungere la rocca, bisogna percorrere il Sentiero delle Cappelle; una volta arrivati in cima alla collina Somasca, potremo ammirare un panorama mozzafiato che abbraccia il ramo orientale del lago di Como e il fiume Adda che scorre verso la Brianza.





3° GIORNO: GITA CON IL BATTELLO FINO A BELLAGIO

E per il terzo e ultimo giorno di questo lungo weekend, si torna a Como per una bella gita sul battello fino a Bellagio, considerata la punta di diamante del lago di Como.
Partendo da Como, per esempio, è possibile viaggiare su un vero e proprio battello a Vapore e visitare tutto il centro lago passando per le splendide ville di Menaggio e Varenna. Ma la giornata non termina con il tour sul Battello a Vapore: una volta arrivati a Bellagio, inizia il bello!




Bellagio si trova sul promontorio centrale del lago di Como ed è considerata una delle mete turistiche più suggestive del mondo. Il suo fascino risiede sia nella bellezza del panorama, sia nelle splendide ville che animano la cittadina.
Due in particolare non possono assolutamente mancare nella travel list di un viaggiatore che si rispetti: Villa Serbelloni e Villa Melzi.


Villa Serbelloni
Villa Serbelloni, in precedenza denominata anche Castello di Bellagio, è situata proprio nella zona del promontorio. Nata come prima villa di piacere residenziale, Villa Serbelloni venne acquistata dalla famiglia Sfondrati nel 1539 e, sotto la loro supervisione, venne ristrutturata secondo l'aspetto odierno.
Nel 1788 la famiglia Serbelloni subentrò agli Sfrondrati nella proprietà e diedero il proprio nome alla villa.
L'edificio venne trasformato in un hotel e nel 1929 venne acquistato da Ella Walker, e successivamente, venne dato in eredità alla fondazione Rockfeller di New York.

Il fascino di Villa Serbelloni è racchiuso nei giardini circostanti che regalano piccoli scorci di bosco alternati a piante rare ed esotiche che si estendono su buona parte del promontorio bellagino.

Oggi la villa è un centro per conferenze e convegni, oltre che un hotel di lusso dove spesso vengono organizzati matrimoni e grandi eventi.



Villa Melzi
Villa Melzi è una residenza storica di proprietà della famiglia Melzi d'Eril e, ad oggi, è considerata monumento nazionale.
Villa Melzi è stata realizzata tra il 1808 e il 1810 per Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi. Il Duca affidò la progettazione della villa all'architetto neoclassico Abertolli; per quanto riguarda arredi e decorazioni, egli chiamò i più grandi artisti dell'epoca, come Andrea Appiani e Antonio Canova.

L'ingresso dell'edificio è impreziosito da una imponente scalinata a doppia rampa, da quattro leoni in stile egizio e da diverse statue in marmo.



Ma la vera perla di di questa villa è il giardino all'inglese che avvolge l'intera struttura: esso, oltre a essere ricco di piante particolari e bellissime, propone anche alberi secolari, laghetti con ninfee, una vasta quantità di fiori e siepi, monumenti e statue, il tutto connotato da un grandissimo pregio estetico, oltre che storico.
Piccola curiosità su Villa Melzi: arrivando da Bellagio, vedrete sulla sinistra un piccolo laghetto di ninfee e proseguendo, vedrete una statua egizia risalente addirittura ai tempi di Ramses II.





Insomma, 3 giorni per visitare tutte le bellezze che il lago di Como ci offre sono pochi...ma bisogna pur cominciare da qualche parte!

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